INIZIATIVE GD


-    - PROPOSTA DEI GIOVANI DEMOCRATICI DEL MOLISE SULLA RICOSTRUZIONE POST SISMA.
Dal 1° maggio scorso in Molise, con la fine dello stato di criticità ,l’attività di ricostruzione delegata all’Agenzia regionale di Protezione Civile, istituita con legge regionale n. 12 del 30 aprile 2012,  è stata letteralmente scaricata ai Comuni in quanto considerata attività ordinaria.
In altre parole, i Comuni, già soffocati da incombenze di varia natura, con organici ridotti e, in taluni casi, privi di personale tecnico, dovranno fare ciò che la faraonica e costosa struttura commissariale non è riuscita a fare in un decennio, tenuto conto che la percentuale della ricostruzione, per interventi ultimati riferiti ai soli immobili di classe A, non supera il 35%; percentuale di cui è ipotizzabile il raddoppio qualora vengano portati a compimento gli ulteriori interventi finanziati nei mesi di settembre 2011 e aprile 2012.
Di qui la nostra convinzione che l’istituita Agenzia non serva alla causa e che al contrario debbano essere assicurati ai Comuni gli strumenti necessari, anche favorendo forme di associazionismo e di convenzionamento tra gli stessi, per  la gestione associata all’attività di ricostruzione; o anche assegnando ai Comuni stessi, in base alle proprie oggettive esigenze, il personale tecnico amministrativo delle soppresse Comunità Montane, il tutto in attesa dell’espletamento dei previsti concorsi che potrebbero essere gestiti direttamente dai Comuni.
Occorre superare l’attuale fase di incertezza e di sfiducia ingenerata dai cittadini in modo da offrire risposte chiare e tempestive anche su altri aspetti non secondari e cioè:
Autonoma sistemazione, contributo mensile che dal 1° maggio scorso non è stato più corrisposto ai nuclei familiari, costretti a sgomberare le proprie abitazioni inagibili, nuclei per lo più costituiti da persone anziane e con ridotte possibilità di reddito;
Rimborso spese per la fornitura di energia elettrica per le casette in legno, nonostante la legge regionale del 2010 abbia previsto il rimborso del 50% del costo dell’energia elettrica per i nuclei familiari residenti negli stessi moduli abitativi provvisori. Dal 2011 tale contributo non è stato più erogato.
In questi lunghi 10 anni la questione della ricostruzione è stata lasciata alla ddiscdiscussione e alle decisioni dei pochi, senza che ci fosse stato un necessario continuo confronto con la cittadinanza, pratica democratica che avrebbe consentito di evitare ritardi, errori e improvvisazioni.
In tutto questo è mancato anche l’impegno dei giovani, come se si trattasse di un argomento a noi estraneo e per questo da delegare ad altri.
Un grave errore di valutazione a cui bisogna necessariamente porre rimedio perché il futuro è strettamente legato alla ricostruzione, che deve essere compiuta nell’arco temporale di un biennio, con l’impiego di risorse finanziarie certe per restituire credibilità alle istituzioni.
Le difficoltà che si vivono quotidianamente nella nostra Regione, dovuta alla mancanza di programmazione, di opportunità di lavoro, in particolare per i giovani, e la imperante logica del clientelismo, nemico del merito e delle competenze, sta seriamente compromettendo l’autonomia regionale.
In questo diffuso e percepibile pessimismo cresce la volontà di voltare pagina, di ricostruire il Molise per ridare futuro ai molisani, che hanno necessità di ritrovare entusiasmo.
Un impegno straordinario che il PD, insieme alle tante forze sane della nostra Regione, deve assumere con i cittadini, per essere credibile e per diventare a breve, ci auguriamo, forza di governo di questa Regione.

DAVIDE VITIELLO
Segretario Regionale GD Molise






 - “Ricostruzione post - sisma:priorità per il Molise" è il tema della grande iniziativa pubblica che i Giovani Democratici e il Partito Democratico del Molise promuovono per giovedì 11 Ottobre 2012, a Larino, centro di riferimento del cratere. La necessità prioritaria, dopo 10 anni dal terremoto, è porre finalmente termine alla ricostruzione in Molise e restituire dignità alle tante famiglie che ancora attendono di poter fare rientro nelle proprie abitazioni, attraverso una proposta di gestione degli inter
venti di ricostruzione che tenga conto del ruolo fondamentale dei Comuni.

L'11 Ottobre sarà presentata pubblicamente la proposta che i democratici intendono portare alla Conferenza Programmatica Regionale del partito prevista il prossimo mese di Dicembre, a cui presenzierà il Segretario Nazionale del PD Pierluigi Bersani.

Tra i relatori dell’iniziativa sul sisma, Stefano Bonaccini, Consigliere Regionale e Segretario PD dell’Emilia Romagna e Stefania Pezzopane, Assessore al Comune dell’Aquila.

Parteciperanno inoltre sindaci, amministratori, tecnici, rappresentanti delle forze sociali e produttive della regione. 
                                                                                






 -   Enti Locali : Effetti di buone pratiche di governo locale

Ricette contro la crisi, impegni verso i cittadini, buone prassi. Un manifesto della buona amministrazione, una proposta politica e culturale per le politiche territoriali.











- Sviluppare e promuovere la cultura della cooperazione

La cooperazione ha attraversato la lunga storia della modernità rappresentando il polo che ha permesso l’emergere dell’individuo, e di conseguenza della sua libertà. La cooperazione, lo stare insieme, il legame, sono elementi che possono rappresentare la soluzione più idonea alle difficili sfide odierne e future. Attraverso lo sviluppo e l’incentivazione delle imprese cooperative è perciò possibile far fronte alla forte domanda di occupazione e di produzione interna e rispondere al contempo ai bisogni e alle esigenze crescenti della collettività, nell’ambito ad esempio dei servizi essenziali. Crediamo che un'attenzione adeguata a questo tema sia il modo migliore attraverso cui stimolare e diffondere i valori della creatività, dell' auto - responsabilità e della solidarietà reciproca, per dare una prospettiva concreta di rilancio e di sviluppo complessivo del territorio, altrimenti condannato alla desertificazione sociale ed economica. La cultura cooperativa, legandosi alle peculiarità del territorio, costituisce il rimedio alle storture di una globalizzazione che ha accentuato la pratica della delocalizzazione industriale in paesi con minor costo del lavoro, ma rappresenta anche l'opportunità preziosa per valorizzare, promuovere ed esportare nel mondo le risorse del territorio.
L'O.N.U. ha proclamato il 2012 anno internazionale delle cooperative proprio perché ha riconosciuto il modello imprenditoriale cooperativo come uno dei principali fattori di sviluppo economico e sociale, che promuove la piena partecipazione dei popoli allo sviluppo dei propri paesi, sia di quelli già sviluppati che di quelli in via di sviluppo, ed ha evidenziato che le cooperative contribuiscono in modo determinante allo sradicamento della povertà mediante un percorso che trae origine dal basso.
Un obiettivo da non trascurare consiste perciò nella valorizzazione del ruolo delle cooperative nel nostro territorio, per restituire speranza in particolare alle giovani generazioni, le categorie maggiormente colpite dalla crisi (secondo l’Istat il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, a maggio di quest’anno è stato pari al 36,2%, il dato più alto dal 1992 ). Investire sui giovani, la risorsa fondamentale del Paese e del Mezzogiorno d’Italia, deve quindi essere un dovere del mondo cooperativo e più in generale di quello imprenditoriale, istituzionale, politico, sociale e universitario.
Le proposte per lo sviluppo della cultura cooperativa in Molise:
Dal confronto che ha visto protagonisti il forum del centro – sinistra e la Legacoop Molise, rappresentata dal dott. Giovanni Cefalogli
Chiediamo alla Regione un impegno concreto affinché venga finalmente finanziata la legge 5 Maggio 2009 n. 16, avente ad oggetto “interventi per la promozione e lo sviluppo del Sistema Cooperativo del Molise”. La legge, partorita grazie all’impegno profuso dal movimento cooperativo molisano, prevede all’art 1, comma 1 che la Regione Molise riconosca la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata, promuova lo sviluppo ed il rafforzamento della cooperazione, sostenga l'innovazione delle società cooperative e ne valorizzi le potenzialità per la salvaguardia, il sostegno e lo sviluppo dell'occupazione e per la valorizzazione di aree del territorio regionale che soffrono di particolari condizioni di svantaggio. La legge prevede tra l’altro l’istituzione dell’albo regionale delle società cooperative e loro consorzi; la realizzazione di uno stretto raccordo tra le strutture formative e le società cooperative riguardo alla formazione di base e all’aggiornamento degli operatori, lo sviluppo di specifiche iniziative formative a favore dei lavoratori svantaggiati; nuova occupazione a favore delle fasce deboli del mercato del lavoro; la capitalizzazione delle imprese cooperative e loro consorzi; contributi in favore degli investimenti; il sostegno alla nascita di nuove imprese cooperative mediante contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato finalizzati allo sviluppo di nuove attività e nuova occupazione; l’approvazione del Piano annuale per l’attuazione degli interventi di promozione della cooperazione.

La richiesta:
art.12 Contributi alla capitalizzazione delle imprese cooperative e loro consorzi
art.13 Contributi in favore degli investimenti
art.14 Sostegno alla nascita di nuove cooperative
art. 15 Sostegno all’attività delle organizzazioni regionali delle associazioni di cooperative,
art.16 Sostegno ai consorzi fidi regionali delle cooperative.

Occorre favorire la nascita di nuove iniziative cooperative aderenti al contesto socio economico molisano caratterizzato da una forte qualità dell’ambiente, da un carenza di servizi innovativi e da un forte disoccupazione intellettuale.
Lo sviluppo della Regione Molise tiene conto di alcuni fattori tra cui:
la presenza di una forte disoccupazione intellettuale, le opportunità offerte dalle qualità ambientali del Molise e dalla cosiddetta green economy.
Particolare rilievo và dato allo promozione di nuove iniziative nel campo della valorizzazione beni ambientali, storici e culturali ed enogastronomici del territorio, nella green economy, della ICT e marketing.
L’attenzione va indirizzata inoltra alla promozione di Cooperative come forma di auto impiego per i giovani molisani ad alta scolarizzazione. In particolare nella compagna avviata nel 2010 di promozione delle cosiddette “Cooperative del Sapere” che vedano coinvolti giovani laureati disoccupati per implementare attività e proposte multidisciplinari/ mulltiprofessionali nel campo dei servizi innovativi alle imprese e alla pubblica amministrazione. Si segnala che ad oggi nella nostra realtà sono già in corso significative esperienze nel settore della progettazione, ingegneria e consulting e delle cooperative tra Medici.
Le imprese cooperative del settore progettazione, ingegneria e consulting operano principalmente in settori della consulenza globale aziendale, della pianificazione urbana, dell’edilizia, delle opere infrastrutturali, dei trasporti, degli impianti, dell’ambiente ed altro.

Nell’ambito della valorizzazione dei beni culturali è necessario aprire un tavolo di confronto e concertazione tra movimento cooperativo, la Regione Molise e la sovrintendenza ai beni archeologici e culturali per avviare sperimentazioni congiunte finalizzate alla migliore gestione del nostro notevole patrimonio archeologico, culturale e bibliotecario, talvolta addirittura senza censimento. Anche in questo ambito possono essere avviate iniziative che coinvolgano i disoccupati intellettuali.
Agricoltura: è di fondamentale importanza continuare nelle azioni di stimolo verso l’innovazione a tutto campo, verso l’esaltazione delle qualità specifiche della produzioni enogastronomiche molisane, in direzione delle nuove aspettative di qualità del mercato e nel creare sistemi che favoriscano l’accorciare delle filiere.
In questo campo appaiono molto significative alcune esperienze in corso come ad esempio il piano industriale del consorzio Fruttagel che sta realizzando significativi investimenti nella innovazione di processo e di prodotto nello stabilimento di Larino, oppure le iniziative in corso che vedono coinvolte alcune cooperative agricole molisane, per la trasformazione delle attuali serre da loro gestite in serre fotovoltaiche.
                


- Istituzione del reddito minimo garantito

I Precedenti in Italia: Già nel 1998 con il decreto N°237, venne istituito – a livello sperimentale – quello che all’epoca venne denominato “Reddito Minimo di Inserimento”. Prevedeva un sostegno economico per le famiglie al di sotto di un certo reddito o a reddito zero in cambio della partecipazione dei beneficiari a programmi d’inserimento mirati e personalizzati che comprendevano anche l’impegno degli stessi in attività di utilità sociale.Il reddito minimo di inserimento in origine era esteso a tutte le regioni che successivamente finita la sperimentazione statale nei loro piani sociali, lo hanno mantenuto - anche se solo sulla carta - sotto forma di reddito di cittadinanza o RUI, reddito di ultima istanza. Oggi in Italia il reddito minimo garantito è già attivo, e da un paio di anni, solo nella regione Lazio.

Oggi in Molise: L’unico intervento degno di nota operativo oggi in Molise è il piano “Welfare to Work” che garantisce ai richiedenti un contributo mensile oppure un finanziamento a fondo perduto (circa 20mila euro) per lo start up di un’impresa autonoma. Il grande limite di questo piano di interventi è dato dalla barriera per i soggetti beneficiari, unicamente i lavoratori in mobilità o in cassa integrazione. Esclusi tutti i precari o quelli a contratto a tempo determinato, o intermittente, per i quali oggi in Molise non è prevista alcuna iniziativa.

Le ragioni politiche alla base del RMG: Il RMG è di fatto un reddito di cittadinanza “che pone la questione centrale su cosa siano oggi, a fronte delle trasformazioni sociali e globali, i diritti sociali, cosa significa garanzia di un livello socialmente decoroso di esistenza e della possibilità di scelta e di autodeterminazione delle persone all’interno delle comunità sociali. Il RMG diventa, in questo modo, il fulcro attorno al quale è possibile ridisegnare le nuove regole delle garanzie non solo del lavoro, ma della cittadinanza”.

Reddito garantito è uno strumento per ribaltare la precarietà, cancellando in particolare la tragedia sociale dei momenti di non-lavoro, di intermittenza, propri oggi del precariato. Infatti lo scopo concreto del RMG è quello di fornire una liquidità monetaria così da consentire il pieno godimento dei diritti di cittadinanza e di socialità. Il reddito sociale garantito è inteso come una estensione «generalizzata» dei diritti sociali di cittadinanza, dalla sanità alle pensioni, dall’indennità di disoccupazione alla formazione.

Il RMG e le donne: Il reddito minimo garantito diventa per le donne un reddito d’esistenza, quindi un obiettivo attraverso il quale migliorare le proprie condizioni materiali sganciandole dal lavoro, vivere una reale “sicurezza”, nell’autonomia delle proprie scelte, con una effettiva possibilità di autodeterminazione e autonomia dalla famiglia tradizionale, e capacità di negoziazione in un mercato del lavoro precarizzato.


FINANZIAMENTO DELLA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE SUL REDDITO MINIMO GARANTITO

Con la proposta di legge regionale n° 208 “ Istituzione del reddito minimo garantito. Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati”, presentata il 26 febbraio 2010 in IV Commissione su iniziativa dei consiglieri regionali D’Alete, Leva, Pangia, Natalini, Bonomolo, Romano, e composta complessivamente di dieci articoli, si intende riconoscere il reddito minimo garantito allo scopo di favorire l’inclusione sociale per i disoccupati, inoccupati o lavoratori precariamente occupati, quale misura di contrasto alla disuguaglianza sociale e all’esclusione sociale nonché strumento di rafforzamento delle politiche finalizzate al sostegno economico, all’inserimento sociale dei soggetti maggiormente esposti al rischio di marginalità nel mercato del lavoro. Lo scopo è quello di promuovere e sostenere le politiche passive e le politiche attive per il lavoro e le politiche di protezione sociale, nel rispetto dei principi fondamentali sanciti dall’art. 34 della Carta dei diritti fondamentale dell’Unione Europea, dei principi di cui agli articoli 2,3, 4 e 38 della Costituzione. Così recita l’art. 1 contenete principi e finalità della proposta di legge.
I soggetti beneficiari, e con essi i requisiti per accedere al reddito minimo garantito, individuati dall’art. 4 della presente legge sono: i disoccupati, gli inoccupati, i lavoratori precariamente occupati e i lavoratori privi di retribuzione, a patto che possiedano al momento della presentazione dell’istanza per l’accesso alle prestazioni: la residenza nella regione Molise da almeno ventiquattro mesi, iscrizione nell’elenco anagrafico dei centri per l’impiego ( ad eccezione dei lavoratori privi di retribuzione ), reddito personale imponibile non superiore a 8 mila euro nell’anno precedente la presentazione dell’istanza, e non aver maturato i requisiti per il trattamento pensionistico.
L’art. 5 disciplina le modalità di accesso alle prestazioni, per le quali occorrerà presentare annualmente istanza al comune capofila del distretto socio sanitario cui appartiene il comune di residenza, che provvederà a trasmetterle al centro per l’impiego territorialmente competente. Sarà la giunta regionale, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, a definire con delibera su base provinciale, previa intesa con gli enti di cui sopra, i criteri per la formazione delle graduatorie, che, comunque dovranno tenere nel debito conto il rischio di esclusione sociale e di marginalità nel mercato del lavoro.
I soggetti beneficiari avranno diritto ad un sostegno mensile economico non superiore a 7 mila euro per un anno, pari a 580 euro mensili. I singoli comuni potranno integrare l’intervento con una serie di prestazioni indirette, volte a garantire la circolazione gratuita sui mezzi pubblici locali e la gratuità dei libri di testo scolastici, a favorire la fruizione di attività e servizi di carattere culturale, ricreativo e sportivo e a contribuire al pagamento delle forniture di pubblici servizi. Sempre gli enti locali, nell’ambito delle risorse disponibili, potranno prevedere l’erogazione di contributi per ridurre il canone di locazione.
Con regolamento regionale da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge ( art. 7), previa consultazione con le rappresentanze istituzionali degli enti territoriali, con le associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative a livello regionale, con i servizi integrazione lavoro disabili e con gli organismi dei centri per l’impiego che si occupano delle categorie svantaggiate, fatta salva la potestà regolamentare della provincia, in particolare, si provvederà a: definire i requisiti minimi di uniformità per la regolamentazione dello svolgimento delle attività previste dalla presente legge; definire le modalità per lo svolgimento dell’attività regionale di controllo e monitoraggio in ordine all’attuazione della presente legge; individuare le misure delle prestazioni dirette, calcolate tenendo conto del criterio di proporzionalità secondo apposite fasce di reddito; definire le modalità di gestione del fondo regionale per il reddito sociale garantito di cui all’articolo 9; individuare i criteri di riparto delle risorse da destinare alle province ai fini dell’erogazione delle prestazioni dirette.
All’art. 8 si stabilisce inoltre che, la giunta regionale, con cadenza annuale, presenta una relazione al consiglio regionale sull’attuazione della presente legge, nella quale sono evidenziati in particolare il numero di beneficiari, lo stato degli impegni finanziari e le eventuali criticità, nonché i risultati degli interventi effettuati, anche dal punto di vista dell’analisi costi-benefici.
Per le finalità perseguite dalla presente legge, all’art 9 si fa riferimento ad un apposito capitolato di spesa denominato: “Fondo regionale per il reddito minimo garantito”, con uno stanziamento pari a 5 milioni di euro per le prime due annualità.

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