mercoledì 14 novembre 2012

L’antisemitismo irrompe nella manifestazione studentesca


Dall’austerity al quartiere ebraico - Oggi in tante piazze d’Europa hanno protestato centinaia di persone contro l’austerity. Meno rigore e più crescita. E’ questo, in estrema sintesi, ciò che i manifestanti hanno chiesto alle istituzioni europee. La maggior parte delle cittadine e dei cittadini ha partecipato ai cortei in maniera pacifica, ma alcuni di loro venendo meno agli ideali della manifestazione, hanno approfittato della situazione e si sono scagliati contro il quartiere ebraico di Roma. Già, avete capito bene. Il ghetto e la sinagoga sono stati oggetto di urla inneggianti Saddam Hussein.

Soliti cori razzisti - Passare da una manifestazione condivisibile a grida antisemite e razziste contro il quartiere ebraico di Roma non deve sorprendere più di tanto. Non mi stupisco che i protagonisti del vile gesto siano stati gente di “estrema sinistra” o almeno così si definiscono. Il tutto è una logica conseguenza dell’odio che questa gente negli ultimi decenni sta covando contro Israele e quindi contro tutto il popolo ebraico che vive sul pianeta. Estrema destra ed estrema sinistra non sono poi così lontane e se gli esponenti di Forza Nuova (che hanno manifestato sabato offendendo gli ebrei) sostengono le stesse tesi di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, contro Israele allora tutto torna. In nome di un complottismo tanto vecchio quanto attuale gli estremismi si trovano d’accordo.

Il commento di Riccardo Pacifici - Il clima è preoccupante e proprio a distanza di trent’anni dall’attentato alla Sinagoga di Roma, dove rimase ucciso il piccolo Stefano Taché, da parte di terroristi palestinesi ecco il riproporsi di rigurgiti xenofobi. Molto significative sono state le parole del Presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, che ha detto: “Erano 30 anni che una manifestazione non passava davanti alla Sinagoga. Oggi un gruppo di manifestanti dei Cobas con bandiere palestinesi al vento, ha cominciato ad urlare ed inveire contro la comunità ebraica. Ci stiamo chiedendo cosa stia succedendo? Perché lasciar transitare un corteo davanti la Sinagoga? Chi ha autorizzato il percorso? Trent'anni fa si presentarono con una bara vuota che lasciarono davanti l'ingresso del tempio. Un mese dopo morì il piccolo Gay Taché. Ora sono di nuovo qui con le bandiere palestinesi e la kefiah ad inneggiare contro la nostra comunità. Perché siamo stati messi in mezzo a tutto questo? Piena solidarietà alle Forze dell'Ordine però perché si consente a gruppi organizzati aventi posizioni ostili nei nostri confronti di passare proprio davanti la Sinagoga? Chiediamo al questore e al prefetto di impedire in futuro il passaggio di manifestazioni nel nostro quartiere".

Hanno smarrito la bussola della storia - Parole che mi sento di condividere e sottoscrivere, ma purtroppo confermano quello stretto binomio tra una cultura di estrema destra ed estrema sinistra che oggi deve essere denunciato. C’è qualcosa di strano se Vittorio Arrigoni viene considerato un pacifista da molti “compagni”. Arrigoni è stato vigliaccamente e vergognosamente ucciso nella striscia di Gaza, ma non era certo un pacifista. Lui non ricercava la pace. Perseguiva solo la morte di Israele. Non dico niente di trascendentale. Basta informarsi e leggere ciò che scriveva, ad esempio, sul Manifesto: “dannazione per i demoni sionisti”, chiamava il laburista  Shimon Peres criminale di guerra perché “bruciava i bambini con il fosforo bianco”. La rabbia di Arrigoni si scagliava anche contro scrittori ebrei notoriamente progressisti come Amos Oz e David Grossman e li accusava di “scrivere libri sporchi di sangue”. Infine il commento su Roberto Saviano, reo di aver partecipato ad una manifestazione in difesa di Israele, “propagandista di crimini”, lascia il tempo che trova. Qualcuno a sinistra ha smarrito la bussola della storia e le contraddizioni e l’incoerenza regnano sovrane. In tutto quest'odio antisemita, purtroppo, sono passate in secondo piano le vere ragioni della manifestazione. Complimenti.  

di Valerio Morabito

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