martedì 27 novembre 2012

Le pagelle delle Primarie

Il primo turno delle primarie del centro-sinistra hanno avuto un grande vincitore: il Partito Democratico. Non è un caso che i due rivali al ballottaggio di domenica prossima, Bersani e Renzi, facciano parte dello stesso partito.  


Pier Luigi Bersani – Il segretario del Partito Democratico è il grande vincitore in questo primo turno di votazioni. E’ riuscito a distaccare il competitor principale, Matteo Renzi, con quasi il 10%. Criticato da molti studiosi della comunicazione per non avere un grande appeal, l’ex Ministro del Governo Prodi è andato diritto per la sua strada ponendo maggiore attenzione verso ciò che aveva dentro (idee e programmi), piuttosto che concentrarsi sulla forma. Punto di riferimento per i progressisti europei, ha partecipato a diversi incontri con Hollande e Gabriel. Durante la campagna elettorale ha quasi sempre cercato di smorzare i toni con l’attuale sindaco di Firenze. Vent'anni di berlusconismo non l’hanno plagiato ed invece di promettere mari e monti ai suoi elettori, ha preferito parlare in maniera chiara e sincera. Avrebbe potuto vincere al primo turno, ma gente come Rosi Bindi più di aiutarlo l’hanno messo in difficoltà. Nonostante quest’ancora, la nave di Bersani è salpata verso un viaggio che procede oltre l’orizzonte. In questo momento storico, dove lo spread e il fattore economico misurano le capacità di un Governo, può essere (visti i suoi trascorsi) l’uomo giusto nel posto giusto. Homo oeconomicus, voto: 8,5.

Matteo Renzi – Il grande successo del sindaco toscano è sotto gli occhi di tutti. Aver sfondato il muro del 35% e costretto Bersani al ballottaggio è un risultato rilevante, che costringerà il Partito democratico a prendere sul serio l’aria politica di Renzi. Basta dire che è di destra. Non è vero. Renzi è una risorsa importante per i democratici ed il programma proposto in queste Primarie lo dimostra. Uno dei suoi meriti è svecchiare una certa mentalità all'interno del partito. In parte incarna quella vocazione maggioritaria espressa dal veltronismo e che con ogni probabilità tornerà con prepotenza al prossimo congresso del Partito. Pierino la peste, voto: 7,5.

Nichi Vendola – Essere sconfitto alle primarie, non riuscire ad arrivare neanche al ballottaggio e dare la colpa ai media ricorda tanto quelle squadre di calcio che perdono sul campo e puntano il dito contro l’arbitro. Nel dibattito su Skytg24 mostra il suo più grande limite: nessuna capacità di sintesi. La sua sembra tanto una narrazione senza epilogo. L’unico dato positivo è un 15% ottenuto senza avere un partito alle spalle, ma solo un gruppo di fans. L’astratto è il suo mondo. Metafisico, voto: 6.           

Laura Puppato – Avrebbe potuto rappresentare con maggior forza e passione le donne nella politica italiana, ma non ha avuto il piglio giusto. Per la serie: l’importante è partecipare. Anonima, voto: 4.

Bruno Tabacci – Il sindaco Pisapia sarà contento per non aver perso l’esperto assessore al Comune di Milano. La sua candidatura ha voluto mettere in questione il tema politico del rapporto tra sinistra e centro. Vecchia volpe, voto: 6,5.  

di Valerio Morabito

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