martedì 27 novembre 2012

Le pagelle delle Primarie

Il primo turno delle primarie del centro-sinistra hanno avuto un grande vincitore: il Partito Democratico. Non è un caso che i due rivali al ballottaggio di domenica prossima, Bersani e Renzi, facciano parte dello stesso partito.  


Pier Luigi Bersani – Il segretario del Partito Democratico è il grande vincitore in questo primo turno di votazioni. E’ riuscito a distaccare il competitor principale, Matteo Renzi, con quasi il 10%. Criticato da molti studiosi della comunicazione per non avere un grande appeal, l’ex Ministro del Governo Prodi è andato diritto per la sua strada ponendo maggiore attenzione verso ciò che aveva dentro (idee e programmi), piuttosto che concentrarsi sulla forma. Punto di riferimento per i progressisti europei, ha partecipato a diversi incontri con Hollande e Gabriel. Durante la campagna elettorale ha quasi sempre cercato di smorzare i toni con l’attuale sindaco di Firenze. Vent'anni di berlusconismo non l’hanno plagiato ed invece di promettere mari e monti ai suoi elettori, ha preferito parlare in maniera chiara e sincera. Avrebbe potuto vincere al primo turno, ma gente come Rosi Bindi più di aiutarlo l’hanno messo in difficoltà. Nonostante quest’ancora, la nave di Bersani è salpata verso un viaggio che procede oltre l’orizzonte. In questo momento storico, dove lo spread e il fattore economico misurano le capacità di un Governo, può essere (visti i suoi trascorsi) l’uomo giusto nel posto giusto. Homo oeconomicus, voto: 8,5.

Matteo Renzi – Il grande successo del sindaco toscano è sotto gli occhi di tutti. Aver sfondato il muro del 35% e costretto Bersani al ballottaggio è un risultato rilevante, che costringerà il Partito democratico a prendere sul serio l’aria politica di Renzi. Basta dire che è di destra. Non è vero. Renzi è una risorsa importante per i democratici ed il programma proposto in queste Primarie lo dimostra. Uno dei suoi meriti è svecchiare una certa mentalità all'interno del partito. In parte incarna quella vocazione maggioritaria espressa dal veltronismo e che con ogni probabilità tornerà con prepotenza al prossimo congresso del Partito. Pierino la peste, voto: 7,5.

Nichi Vendola – Essere sconfitto alle primarie, non riuscire ad arrivare neanche al ballottaggio e dare la colpa ai media ricorda tanto quelle squadre di calcio che perdono sul campo e puntano il dito contro l’arbitro. Nel dibattito su Skytg24 mostra il suo più grande limite: nessuna capacità di sintesi. La sua sembra tanto una narrazione senza epilogo. L’unico dato positivo è un 15% ottenuto senza avere un partito alle spalle, ma solo un gruppo di fans. L’astratto è il suo mondo. Metafisico, voto: 6.           

Laura Puppato – Avrebbe potuto rappresentare con maggior forza e passione le donne nella politica italiana, ma non ha avuto il piglio giusto. Per la serie: l’importante è partecipare. Anonima, voto: 4.

Bruno Tabacci – Il sindaco Pisapia sarà contento per non aver perso l’esperto assessore al Comune di Milano. La sua candidatura ha voluto mettere in questione il tema politico del rapporto tra sinistra e centro. Vecchia volpe, voto: 6,5.  

di Valerio Morabito

sabato 24 novembre 2012

La follia antisemita unisce le tifoserie della Capitale


Violenza razzista nella piazza di Giordano Bruno - Era il 17 febbraio del 1600 quando il filosofo Giordano Bruno fu denudato, legato ad un palo ed arso vivo dall'Inquisizione presso Campo de’ fiori a Roma. Uno dei pensatori che è stato disposto a morire pur di non confutare le sue tesi è oggi il protagonista principale della piazza. Un luogo colorato e sempre vivo in cui l’esempio dell’antifanatismo è il personaggio di maggiore attrazione. Proprio in questo luogo una cinquantina di tifosi, faccio fatica a chiamarli così, ha fatto irruzione in un pub perché c’erano dei supporter del Tottenham. Una delle tante squadre calcistiche di Londra che si contraddistingue dalle altre, perché la maggior parte dei suoi tifosi sono ebrei. Gli ultras laziali e romanisti divisi dai colori delle formazioni di riferimento, ma uniti dall'odio anti ebraico hanno messo a ferro e fuoco il locale ed hanno pestato gli inglesi che in modo pacifico stavano gustando l’aria di una delle città più belle del mondo.

L’arroganza e la responsabilità del Prefetto di Roma - Alla luce di quanto accaduto, il Presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Se è possibile aggredire cinquanta tifosi del Tottenham vuol dire che Roma non è meno pericolosa di Tel Aviv”. Parole dure e purtroppo vere a cui fanno eco le dichiarazioni del Times: “Roma è la città più pericolosa d’Europa”. Di tutt'altro sapore, invece, sono state le dichiarazioni del Prefetto di Roma Pecoraro che con una buona dose di arroganza (quei tifosi andavano protetti ed è stato irresponsabile non averci pensato, soprattutto alla luce delle vicende degli ultimi giorni) ha detto: “Quello che fanno le forze dell’ordine per gli ebrei romani non si fa in nessun altro Paese”. Quasi sua Eccellenza volesse qualcosa in cambio per proteggere la comunità ebraica della Capitale. Come se questa protezione fosse un di più, un altro atto di generosità verso gli ebrei. Dietro parole così sconvenienti per un Prefetto, si nasconde la sua inadeguatezza sul gestire l’ordine pubblico a Roma. Qualcuno dovrà risponderne se le forze dell’ordine, chiamate dai passanti in preda al panico, sono giunte sul luogo in ritardo ed in numero esiguo?    

Dove sono le prese di posizione? - La vicenda, purtroppo, non si esaurisce qui. Uno dei ragazzi travolti dalla bestialità e volgarità di questi picchiatori nazifascisti si trova ricoverato in ospedale ed è stato in pericolo di vita per due giorni. Il Presidente della FGIC Giancarlo Abete si è scusato nei confronti di un atto apertamente antisemita, la UEFA ha deciso di aprire un’inchiesta sulla vicenda, ma tutto questo non basta. Perché il Sindaco Alemanno, il Presidente della Lazio Claudio Lotito ed il dirigente della Roma Franco Baldini non si sono degnati di far visita al giovane inglese ferito gravemente? Non sarebbe stato un gesto di solidarietà e di netto distacco nei confronti delle squadracce? Inoltre non è forse giunto il momento di punire severamente queste due società di calcio, Roma e Lazio, di fronte ad un ennesimo episodio di violenza razzista? Perché non cacciare la Lazio dalle Coppe Europee?

L’Italia scivola verso l’antisemitismo - La verità è che servono sia gesti simbolici, ma anche prese di posizione forti e decise contro questi avvenimenti. L’Italia, è sotto gli occhi di tutti, sta diventando uno dei Paesi più antisemiti d’Occidente. La crisi economica ed il disorientamento sociale contribuiscono a tutto questo, ma è innegabile (ancora una volta) che un sottoproletariato di destra come di sinistra veda nell'ebreo il nemico da abbattere. In nome di un nuovo fascismo,  ancora difficile da identificare, guardano all'ebreo come una guida di un fantomatico complotto giudaico-massonico. Vico li chiamerebbe “corsi e ricorsi storici”. Una storia che si rigenera dalle sue ceneri, grazie alla linfa dell’ignoranza e della cattiva informazione. Basta spulciare alcuni link nella Rete, dove l’odio contro Israele cresce, non ci si informa correttamente su Hamas, si pubblicano alcune foto false di bambini trucidati dall'orco ebreo, si fa il tifo per l’Iran e si considerano gli USA di Obama come un nemico. Non sorprendiamoci, ma spaventiamoci se nella curva nazifascista della Lazio compare lo striscione “Free Palestina”, che poi è lo stesso manifesto che molta gente di sinistra mostra durante le proprie manifestazioni.       

di Valerio Morabito

domenica 18 novembre 2012

INFORMAZIONI PER LE PRIMARIE


 Per partecipare al voto è necessario prima effettuare la pre-registrazione, che consiste:

1)    nella sottoscrizione del pubblico Appello di sostegno alla Coalizione di centro sinistra “Italia Bene Comune”
2)    nell’iscrizione all’Albo delle elettrici e degli elettori
3)    nel versamento di un contributo di almeno 2 euro.

E' necessario portare con sè un documento di riconoscimento valido e la tessera elettorale. 

Conclusa questa operazione, si riceve il Certificato di elettore della Coalizione di centro sinistra “Italia Bene Comune”, che ciascun iscritto deve portare con sé al seggio il 25 novembre e il 2 dicembre, insieme a un documento d’identità e al certificato elettorale. Il certificato rilasciato all’atto della pre-registrazione è provvisto di due talloncini che verranno staccati e trattenuti dal seggio, uno al primo turno ed uno al secondo turno, a riprova dell’avvenuta partecipazione al voto.

La pre-registrazione si può effettuare in uno qualunque degli uffici elettorali del proprio territorio di residenza mentre il 25 novembre per votare dovrete recarvi presso il seggio elettorale abbinato alla vostra abituale sezione elettorale.

Una seconda modalità di pre-registrazione è quella online, sul   sito https://www.primarieitaliabenecomune.it/registrazione/appello: una volta inseriti i propri dati in rete si potrà stampare la ricevuta di conferma di tale atto.

Importante! Con la registrazione online  bisognerà comunque recarsi presso l’ufficio elettorale i giorni prima del voto, o il giorno stesso delle primarie per completare la procedura con il versamento dei due euro e con il ritiro del certificato di elettore della Coalizione di centro sinistra “Italia Bene Comune”.

L’unico modo per poter votare direttamente il giorno delle primarie è pre-registrarsi in un qualunque ufficio elettorale del proprio territorio di residenza i giorni prima del voto.

Ricordiamo inoltre che è possibile registrarsi direttamente anche il giorno stesso delle primarie, il 25 di novembre, prima di votare, negli uffici elettorali posti all’interno di tutti i seggi predisposti per elezioni.

mercoledì 14 novembre 2012

L’antisemitismo irrompe nella manifestazione studentesca


Dall’austerity al quartiere ebraico - Oggi in tante piazze d’Europa hanno protestato centinaia di persone contro l’austerity. Meno rigore e più crescita. E’ questo, in estrema sintesi, ciò che i manifestanti hanno chiesto alle istituzioni europee. La maggior parte delle cittadine e dei cittadini ha partecipato ai cortei in maniera pacifica, ma alcuni di loro venendo meno agli ideali della manifestazione, hanno approfittato della situazione e si sono scagliati contro il quartiere ebraico di Roma. Già, avete capito bene. Il ghetto e la sinagoga sono stati oggetto di urla inneggianti Saddam Hussein.

Soliti cori razzisti - Passare da una manifestazione condivisibile a grida antisemite e razziste contro il quartiere ebraico di Roma non deve sorprendere più di tanto. Non mi stupisco che i protagonisti del vile gesto siano stati gente di “estrema sinistra” o almeno così si definiscono. Il tutto è una logica conseguenza dell’odio che questa gente negli ultimi decenni sta covando contro Israele e quindi contro tutto il popolo ebraico che vive sul pianeta. Estrema destra ed estrema sinistra non sono poi così lontane e se gli esponenti di Forza Nuova (che hanno manifestato sabato offendendo gli ebrei) sostengono le stesse tesi di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, contro Israele allora tutto torna. In nome di un complottismo tanto vecchio quanto attuale gli estremismi si trovano d’accordo.

Il commento di Riccardo Pacifici - Il clima è preoccupante e proprio a distanza di trent’anni dall’attentato alla Sinagoga di Roma, dove rimase ucciso il piccolo Stefano Taché, da parte di terroristi palestinesi ecco il riproporsi di rigurgiti xenofobi. Molto significative sono state le parole del Presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, che ha detto: “Erano 30 anni che una manifestazione non passava davanti alla Sinagoga. Oggi un gruppo di manifestanti dei Cobas con bandiere palestinesi al vento, ha cominciato ad urlare ed inveire contro la comunità ebraica. Ci stiamo chiedendo cosa stia succedendo? Perché lasciar transitare un corteo davanti la Sinagoga? Chi ha autorizzato il percorso? Trent'anni fa si presentarono con una bara vuota che lasciarono davanti l'ingresso del tempio. Un mese dopo morì il piccolo Gay Taché. Ora sono di nuovo qui con le bandiere palestinesi e la kefiah ad inneggiare contro la nostra comunità. Perché siamo stati messi in mezzo a tutto questo? Piena solidarietà alle Forze dell'Ordine però perché si consente a gruppi organizzati aventi posizioni ostili nei nostri confronti di passare proprio davanti la Sinagoga? Chiediamo al questore e al prefetto di impedire in futuro il passaggio di manifestazioni nel nostro quartiere".

Hanno smarrito la bussola della storia - Parole che mi sento di condividere e sottoscrivere, ma purtroppo confermano quello stretto binomio tra una cultura di estrema destra ed estrema sinistra che oggi deve essere denunciato. C’è qualcosa di strano se Vittorio Arrigoni viene considerato un pacifista da molti “compagni”. Arrigoni è stato vigliaccamente e vergognosamente ucciso nella striscia di Gaza, ma non era certo un pacifista. Lui non ricercava la pace. Perseguiva solo la morte di Israele. Non dico niente di trascendentale. Basta informarsi e leggere ciò che scriveva, ad esempio, sul Manifesto: “dannazione per i demoni sionisti”, chiamava il laburista  Shimon Peres criminale di guerra perché “bruciava i bambini con il fosforo bianco”. La rabbia di Arrigoni si scagliava anche contro scrittori ebrei notoriamente progressisti come Amos Oz e David Grossman e li accusava di “scrivere libri sporchi di sangue”. Infine il commento su Roberto Saviano, reo di aver partecipato ad una manifestazione in difesa di Israele, “propagandista di crimini”, lascia il tempo che trova. Qualcuno a sinistra ha smarrito la bussola della storia e le contraddizioni e l’incoerenza regnano sovrane. In tutto quest'odio antisemita, purtroppo, sono passate in secondo piano le vere ragioni della manifestazione. Complimenti.  

di Valerio Morabito

Integrazione multiculturale: un dovere, un’opportunità per un’Italia più giusta - Venerdì il convegno promosso dal Comitato “Giovani per Bersani” e dalla Cgil del Molise


Si parlerà di immigrazione e di integrazione culturale e occupazionale nel convegno promosso dal Comitato Regionale “Giovani per Bersani” e dalla Cgil del Molise per venerdì 16 Novembre, alle ore 17:30 presso la sede del Partito Democratico di via Ferrari 63 a Campobasso. Il tema dell’iniziativa è “ l’integrazione multiculturale: un dovere, un’opportunità per un’Italia più giusta ”.  Il convegno sarà l’occasione per riflettere sulla necessità di valorizzare l’immigrazione come opportunità concreta di sviluppo sociale, economico e culturale per l’Italia e per il Molise dove, va ricordato, sono circa 9 mila gli immigrati residenti.

Interverranno Araceli Sanchez, presidente del’associazione Primo Marzo Molise, Loredana Costa, responsabile dell’associazione dalla Parte degli Ultimi, Anna Frabotta, presidente dei Giovani Democratici del Molise, Marinella Di Carlo, segretaria della federazione GD Basso Molise, Antonello Miccoli, esperto di lavoro e politiche dell’immigrazione per la Cgil Molise, Erminia Mignelli , segretario generale Cgil Molise, Giuseppe Di Fabio, responsabile del dipartimento welfare e solidarietà del Partito Democratico del Molise. Coordinerà gli interventi Paola Calenda, componente della direzione PD Molise. Nel corso del  convegno, Daoudi Jaouad, immigrato originario del Marocco, racconterà la propria testimonianza diretta di lavoratore residente in Molise.

mercoledì 7 novembre 2012

Vince Obama e oggi tutti democratici. Ma domani?


La vittoria di Obama - La riconferma di Barack Obama come Presidente degli Stati Uniti d’America è una buona notizia. Una ventata di ottimismo e speranza che potrebbe allontanare il cattivo odore di una crisi economica lunga e difficile da combattere. Del resto proprio la politica economica di Obama per contrastare la depressione più grave dal secondo dopoguerra, ha iniziato a dare i suoi frutti con una sensibile diminuzione della disoccupazione. Un dato da non sottovalutare, soprattutto se si usa come metro di paragone la maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea.

I risultati di Obama - E’ vero che Obama ha deluso alcune attese, come la mancata chiusura della prigione di Guantanamo, ma la grave crisi economica ha modificato le priorità della sua presidenza. Nonostante questo gli ottimi risultati sono sotto gli occhi di tutti ed in particolar modo sono apparsi convincenti agli americani che hanno deciso di rieleggerlo. Dalla riforma sanitaria che ha permesso a milioni di cittadine e cittadini di curarsi a prescindere dal loro conto in banca (anche se ancora non può definirsi una riforma sanitaria progressista come la conosciamo in Europa), all'introduzione dei diritti civili, passando per la normalizzazione dei gay nelle forze armate, fino alla cattura di Osama Bin Laden senza la necessità di dichiarare guerra a qualche Paese.  

Tutti sul carro del vincitore - Il “Yes, we can” di quattro anni fa è riuscito a fare breccia nei cuori delle americane e degli americani, ma non solo. Ha appassionato milioni di cittadini europei che si riconoscono nei valori globali di una sinistra maggioritaria e democratica. Già, democratica. In Italia gli unici ad esultare dovrebbero essere gli elettori o simpatizzanti del Partito Democratico o di quella sinistra responsabile come i Radicali ed i Socialisti che sono pienamente inseriti nel contesto globale. Ed invece è curioso che a festeggiare ci siano anche rifondaroli e vendoliani. Per la serie “saliamo tutti sul carro del vincitore” e dimentichiamoci che Obama rappresenta negli USA ciò che Bersani o la segreteria del PD rappresentano in Italia. Qualcuno potrebbe storcere il naso, ma sono i fatti a parlare. Al di là della comune sigla democratica, i valori di questi due partiti sono uguali. Parole come lavoro, uguaglianza, giustizia e diritti civili sono la base programmatica di qualsiasi candidato alle Primarie. Inoltre la campagna dei Giovani Democratici e Progressisti d’Europa, Rise Upcos'è se non un rispecchiarsi in valori comuni con Obama ed il suo partito? Bersani o altri leader democratici non avranno l’appeal di Barack Obama, ma le idee sono le stesse e ciò che conta sono le proposte.

Si è sempre democratici. Non solo una notte! - Chi oggi ed in questi giorni pubblica link pro-Obama sui principali social network, sarà pronto a criticarlo e ad identificarlo con il male assoluto quando l’amministrazione democratica potrebbe (e dovrebbe) decidere di intervenire per placare il regime sanguinario di Assad in Siria, oppure prenderà posizione contro il regime fascista di Ahmadinejad che a giorni alterni minaccia di distruggere Israele con la bomba atomica e nega spudoratamente l’Olocausto. Le divergenze, però, non si riducono alla politica estera. Ad esempio una campagna elettorale come quella di Barack Obama in cui sono stati spesi milioni di dollari, come sarebbe vista da questa gente in Italia? Inoltre Barack Obama in passato ha votato a favore della conferma di Condoleezza Rice come Segretario di Stato. In Italia rifondaroli e vendoliani non avrebbero avuto difficoltà, dopo questa scelta, ad affibbiarli tutti quegli epiteti che quotidianamente offrono a gente, ad esempio, come Walter Veltroni. La verità è che spesso un grande partito deve guardare prima di tutto (anche dei suoi ideali) al bene del Paese. Obama e anche noi democratici lo sappiamo e cerchiamo di fare del nostro meglio. Invece a chi oggi è salito sul carro del vincitore consiglio di scendere, perché credo che la coerenza sia un valore fondamentale in politica e sinceramente sono convinto che questa gente ne abbia poca. Si è democratici per dodici mesi all'anno e non solo per una notte.  

                                                                                                                                            di Valerio Morabito

martedì 6 novembre 2012

Manifesto del Comitato Molise "Giovani per Bersani"


Mobilitare il maggior numero di giovani nel percorso delle elezioni primarie per l’individuazione del candidato del centrosinistra alla presidenza del consiglio dei ministri. Con questa ambizione nasce in Molise il Comitato “Giovani per Bersani “.
Le elezioni politiche del 2013 assumono una importanza cruciale per le sorti del Paese. La comprensibile indignazione dei cittadini per l’inefficienza e la corruzione della politica sta avendo come conseguenze, da una parte la preoccupante crescita del fenomeno astensionistico e in tal senso il dato negativo emerso alle ultime elezioni regionali in Sicilia ( 47,42%, l’ affluenza alle urne) deve far riflettere, e dall’altra l’emergere di pseudo soluzioni populiste che finirebbero per portare l’Italia alla completa paralisi istituzionale.
Dalle elezioni politiche del 2013 dovrà uscire un governo politico forte, legittimato, in grado di ricostruire il Paese puntando prima di tutto ad abbattere le diseguaglianze, i privilegi diffusi e radicati, le rendite di posizione, per rimettere al centro l’onestà, il merito, le capacità e competenze; un governo che punti a rilanciare lo sviluppo assicurando un ruolo di protagonismo alle giovani generazioni,  rimaste finora ai margini della vita sociale, economica e culturale del Paese.
L’unica forza politica non personale, non leaderistica, con radici salde nella storia democratica italiana, forte e credibile in Europa e in grado di guidare il cambiamento avendo a cuore l’interesse generale, è il Partito Democratico. 
Sulla base delle proposte ideali e programmatiche presentate dai candidati che si stanno confrontando in vista delle primarie di coalizione del centrosinistra, crediamo che la proposta lanciata dal Segretario  Nazionale del PD Pierluigi Bersani sia la più adeguata ad affrontare il momento di grande difficoltà che stiamo vivendo. Ciò che serve all’Italia è unire idee, valori, esperienza, competenza, consapevolezza del momento storico e ricondurli alla visione di un’Italia più giusta.
Indirizzare l’agenda Monti  nel segno dell’equità, della lotta alle diseguaglianze, della tutela del diritto al lavoro, in particolare per i giovani,  del diritto alla salute, della salvaguardia dell’ambiente, dello sviluppo ecosostenibile e del riconoscimento di nuovi diritti fondamentali, è la base essenziale per progettare l’Italia del futuro. Sosteniamo Pierluigi Bersani perché crediamo in un politico capace di innovare, di valorizzare  e premiare le capacità dei giovani e di possedere il giusto peso e credibilità internazionale. Affianchiamo al nostro manifesto a sostegno della candidatura di Pierluigi Bersani alle primarie del centrosinistra, le idee e proposte dei giovani per il futuro dell’Italia e del Molise, consultabili sul blog giovanidemocraticimolise.blogspot.com
I sottoscrittori del Manifesto:
Davide Vitiello, Segretario GD Molise; Danilo Leva, Segretario PD Molise; Anna Frabotta, Presidente GD Molise; Emilio Montano, Vice Segretario PD Molise; Marco Giampaolo, Vice Segretario GD Molise; Marinella Di Carlo, Segretaria GD Federazione Basso Molise; Tony Pontarelli, Vice Presidente PD Molise; Marco Amendola, Segretario PD Federazione Isernia; Domenico Pontarelli, Segretario GD Federazione Isernia; Daniele Gentile Lorusso, Vice Presidente GD Molise; Roberto Mastrangelo, Presidente PD Basso Molise; Alessandro Petriella, Responsabile Lavoro PD Molise; Paola Calenda, Componente Direzione PD Molise; Davide Ricucci, Componente Segreteria GD Molise; Anna Spina, Componente Direzione GD Molise; Morena Di Nella, Segretaria PD Petacciato; Carla De Santis, Componente Assemblea PD Molise; Emanuela De Lellis, Componente Assemblea PD Molise; Nicola Palombo, Responsabile Lavoro GD Molise; Antonello Vigliotti, Segretario PD Portocannone; Giuseppe Carrino, Componente Segreteria GD Molise; Giuliana Ferrara, Componente Direzione PD Basso Molise; Matteo Gissi, Segretario PD Montecilfone; Francesco Di Tommaso, Componente Segreteria GD Molise - Guglionesi; Guido Oscar Izzi, Componente Segreteria GD Molise; Patrizio Perazzelli, Responsabile Ambiente GD Molise; Chiara Fatica, Componente Segreteria GD Molise; Andrea Battista, Componente Segreteria GD Molise; Mario Di Carlo, Segretario PD Fornelli; Luana Cordisco, Componente Direzione GD Molise; Eugenio Petrangelo, Componente Federazione GD Isernia; Giulio Di Palma, Componente Assemblea GD Molise; Simone Milano, Componente Direzione GD Molise; Michele Licursi, PD Ururi; Cinzia Frabotta, Componente Assemblea GD Molise; Rocco Fiorilli, Componente Assemblea PD Basso Molise; Walter Silli, PD Guglionesi; Antonella Frabotta, Componente Assemblea GD Molise; Francesco Di Tommaso, GD Molise - Cercepiccola; Michela Tromba, Componente Assemblea GD Molise; Manfredi Vitiello, Componente  Assemblea GD Molise; Tiziana Di Cristofaro, Componente Assemblea GD Molise; Stefano Spina, Componente Assemblea GD Molise; Valerio Morabito, GD Molise; Angelo Trivisonno, PD Campobasso; Dario Tavaniello, GD Molise; Elisabetta Brunetti, Ecodem Molise; Ilenia Iuliani; Paolo Massari; Alessia Maccagnano; Roberta Calenda.
giovaniperbersanicomitatomolise@yahoo.it ; facebook  “Giovani per Bersani – Comitato Molise”


















                                                                      



















venerdì 2 novembre 2012

Berlusconi e il Grillo sparlante. Quante analogie.


Barzellettieri con una strana idea della donna - Il vecchio che avanza. Non è trascorso molto tempo dalle dimissioni di Silvio Berlusconi come Presidente del Consiglio e già in Italia si è trovato il suo degno sostituto: Beppe Grillo. A pensarci bene le affinità sono parecchie. Entrambi, per esempio, raccontano barzellette ai commensali che li circondano e se l’ex Premier lo fa come hobby, il comico genovese lo fa come professione. Almeno era così fino a poco tempo fa. Un altro punto in comune è l’idea che entrambi hanno della donna. Berlusconi l’ha palesato più volte nel ventennio che l’ha visto protagonista sulla scena politica italiana ed il bunga bunga è stato lo squallido epilogo. Beppe Grillo, invece, ha posto le sue coordinate ideologiche sulla figura femminile quando qualche giorno fa ha offeso Federica Salsi, consigliere comunale 5 stelle del Comune di Bologna, dicendo: “il punto G, quello che ti dà l'orgasmo nei salotti dei talk show”. Quello che emerge da queste battute da caserma è volgarità e concezione medievale della donna.
Le smentite da vecchio politico - Non si fa molta fatica a trovare altre similitudini tra i due caudilli. Silvio Berlusconi c’ha abituato a delle continue smentite durante la propria carriera politica. Un giorno afferma x e due giorni dopo sostiene y. L’editto contro Monti e la Germania è un esempio recente. Anche Grillo non può resistere alla tentazione e così ci sono i mesi in cui attacca Antonio Di Pietro e dice: "Di Pietro ha fondato l'Idv in una sede sequestrata dalla finanza", ed i giorni in cui esalta il padre-padrone dell’Italia dei Valori e lo considerava come il suo candidato ideale alla Presidenza della Repubblica (in barba ai recenti scandali che coinvolgono il politico molisano). Se quella di Berlusconi è vecchia politica, perché dovrebbe essere considerata diversamente quella di Beppe Grillo? Affermare qualcosa e smentirlo due giorni dopo, non è forse uno di quegli aspetti del politichese che si vuole combattere?
La propaganda populista - La sottile linea rossa che lega i due è rafforzata da un vocabolo caro ad entrambi: populismo. Berlusconi è “sceso in campo” cavalcando il malcontento post Tangentopoli contro la politica, si è scagliato diverse volte contro gli immigrati e quindi contro i più deboli, ha resuscitato il fantasma del comunismo per eccitare le masse. Come dimenticare le crociate contro l’euro e la violenta propaganda contro i suoi avversari? Berlusconi è stato il nostro Juan Peron e con una battuta potremmo dire che Beppe Grillo potrebbe essere la nostra Evita Peron.
L’allergia alla democrazia - Il leader del Movimento 5 stelle cavalca, come Alba Dorata in Grecia o i Pirati in Germania, la disperazione delle famiglie dovuta alla violenta crisi economica. Nei suoi comizi più che proposte, che a volte sfiorano il ridicolo e ricordano Benito Mussolini o Mao Tse Tung (attraversare lo Stretto di Messina a nuoto o scalare l’Etna), ci sono proteste. E’ giusto protestare, per carità, ma senza un’idea reale e concreta è solo populismo. In questi mesi Beppe Grillo si è nascosto dietro dei comizi-spettacoli comici, ma non ha esposto la sua idea d’Italia. Il rischio è alto. I sintomi ci sono tutti. Ultimo aspetto, ma non per importanza, è l’allergia alla democrazia di Grillo. Berlusconi l’ha manifestata tante di quelle volte, ma anche Grillo non è da meno. Rimprovera ed intimidisce, anche con offese, i grillini che vengono invitati ai programmi tv e non si attengono alle sue direttive. Forse prima dovrebbero chiedere l’autorizzazione al grande capo e a Casaleggio & associati. Non accetta il confronto con altri leader politici ed è pronto solo ad insultarli, invia alle varie testate giornalistiche italiane degli “avvertimenti” stile Minculpop fascista su come parlare del suo dogmatico Movimento.    
Dal caimano al clown? - Non so se il Grillo sparlante riuscirà ad ottenere la base elettorale di Silvio Berlusconi, ma una cosa è certa: vent’anni di berlusconismo hanno ridotto l’Italia in ginocchio. Il declino economico, culturale e politico è evidente. Se l’Italia dovesse passare da un caimano ad un clown, gli effetti potrebbero essere così catastrofici da non far rialzare più il Paese ed allora si che la Grecia non sarebbe più una chimera.
di Valerio Morabito

Comitato Giovani per Bersani premier


giovedì 1 novembre 2012

La democrazia e i partiti


Il Big bang dell’Idv - Scilipoti, De Gregorio, Razzi, Maruccio e adesso anche Di Pietro. L’ultimo scandalo che ha coinvolto il padre-padrone dell’Italia dei Valori è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Secondo le indiscrezioni riportate dal programma tv Report, il partito del politico molisano ha mostrato una gestione opaca dei conti del movimento. Niente di nuovo sotto il sole, ma questa vicenda ha messo in evidenza uno dei vecchi difetti degli italiani: il familismo. Eh già, proprio la gestione familiare del partito sembra aver azzoppato definitivamente Antonio Di Pietro. L’acerrimo nemico di Berlusconi, che ha spesso rimproverato l’ex Presidente del Consiglio per la gestione privata del partito, adesso si trova con gli stessi problemi. Per i più attenti osservatori non c’è alcuna sorpresa. Il movimento che ha partorito la meglio gioventù del trasformismo delle ultime legislature, non poteva avere epilogo diverso. Il perché, anche se un po’ superficiale, lo si può notare nel logo dell’Idv in cui campeggia a caratteri cubitali “Di Pietro”. Nei Paesi moderni il cognome del leader compare solo durante la campagna elettorale ed invece in diversi movimenti italiani è il simbolo stesso del partito. Movimenti personali che hanno subito, volontariamente o involontariamente, l’influenza del berlusconismo. Quel culto della personalità incarnato dal coro “Meno male che Silvio c’è”, non è poi molto diverso dal fanatismo dei seguaci di queste organizzazioni politiche. Guai a criticare il loro “capo”, potreste essere additati come reazionari.  
Da Vendola a Grillo. Il cognome nel logo del partito è trasversale - Ad onor del vero bisogna ricordare che Di Pietro non è l’unico ad incarnare questa pessima abitudine. Come non menzionare Nichi Vendola, che è senza dubbio un politico capace e persona per bene, ma anche lui ha un partito personale con tanto di nome nel logo. Un altro fulgido esempio è Beppe Grillo che con il suo Movimento 5 Stelle ha oltrepassato i limiti della democrazia. Dai rimproveri ai grillini se non fanno quello che dice il grande capo, agli avvertimenti stile Minculpop alle varie testate giornalistiche su come considerare il M5S. Più che un Movimento dei cittadini, a me sembra che Grillo abbia fondato una sorta di Scientology italiana dove chi mette in discussione i dogmi di Casaleggio & associati viene messo alla porta.
PD vero baluardo di democrazia - Con tutti i difetti che il Partito Democratico può avere, non può essere criticato sotto questo punto di vista. Il PD ha un’organizzazione partitica al suo interno che rispetta i pilastri di qualsiasi democrazia. Può risultare noioso e magari può essere oggetto di derisioni, ma è così che un partito deve essere. L’importante è saper governare. Il partito è lo specchio della nostra società e se ci si appresta a governare una democrazia come quella italiana, non si può non avere al proprio interno una struttura democratica ben precisa. La favoletta dell’uomo solo al comando è storia vecchia. Chi usa come propaganda l’antiberlusconismo e poi utilizza per i propri fini alcuni aspetti del berlusconismo (come il nome nel logo del partito e il culto del leader) per accrescere i consensi, non è affidabile. Ho una domanda da porre a queste persone: come può un partito politico sprovvisto di un’organizzazione democratica al suo interno, candidarsi a governare una grande democrazia come l’Italia?     

di Valerio Morabito

domenica 28 ottobre 2012

L’antisemitismo e l’estrema sinistra


Gli opposti si attraggono - Una delle massime della fisica classica è che gli opposti si attraggono. Tenendo presente che le frasi fatte lasciano il tempo che trovano, sono convinto della possibilità di accostare un pensiero del genere all’estrema sinistra e all’estrema destra. Oggi questi due contenitori politici si avvicinano molto e dicono le stesse cose. Poi quando si parla di Israele e comunità ebraiche, sembrano addirittura “compagni” o “camerati”. Un chiaro esempio di quanto appena detto è rappresentato dalle varie Flytilla che mensilmente (o quasi) cercano di raggiungere Israele.
Vauro e il germe dell’antisemitismo - Le allegre carovane della pace hanno come priorità la contestazione al governo israeliano. Certo Netanyahu non sembra aver preso le scelte migliori nella questione israelo-palestinese, ma Israele è pur sempre una democrazia. Anzi, è l’unico regime democratico in Medio Oriente. Il vignettista Vauro Senesi, sempre in prima fila per sventolare la bandiera della pace, anche se nell’ultimo periodo è stato autore di una vignetta dal sapore antisemita contro la giornalista e deputata Fiamma Nirenstein che viene rappresentata con il naso adunco (un tipico tratto sottolineato dai manifesti della propaganda nazista per identificare gli ebrei nella società tedesca degli anni ’30), non perde occasione di andare contro Israele e addirittura di paragonare l’azione del governo di Tel Aviv con quelle del regime nazista di Adolf Hitler. Un insulto eticamente grave. Una vigliaccata per tutte quelle persone morte nei campi di concentramento e non solo.
Siria o Iran? No, Israele! - Al di là dei colpi bassi della matita del Fatto quotidiano, se proprio tutti questi bravi cittadini animati da spirito amorevole volessero promuovere la solidarietà tra i vari popoli, avrebbero dovuto scegliere altre opzioni invece di puntare dritto su Israele. Avrebbero potuto spiegare le vele e protestare contro la barbarie quotidiana del regime siriano contro il proprio popolo, che provoca migliaia di morti. Avrebbero potuto scegliere di protestare contro la brutale repressione del regime iraniano. Oppure avrebbero potuto scegliere di protestare contro il governo Hamas a Gaza, dove le organizzazioni terroristiche commettono un doppio crimine di guerra lanciando razzi contro i civili e nascondendosi dietro ai civili.

La civiltà d’Israele - Niente di tutto ciò. Israele è il loro pallino. La loro fissazione. Proprio come i regimi fascisti e xenofobi del Novecento vedevano nell’ebreo il male della società, oggi la stragrande maggioranza di chi si identifica con l’estrema sinistra considera il popolo ebraico come uno dei mali assoluti. Oltre le identificazioni banali e semplicistiche con il capitalismo americano, si sceglie sempre di protestare contro Israele, l'unica democrazia in Medio Oriente dove c'è parità di diritti per donne, la stampa critica il governo,le organizzazioni dei diritti umani sono libere di agire, c'è libertà di culto per tutti e le minoranze non vivono nella paura. Che strano. In Italia non fanno altro che sventolare la bandiera dei diritti per tutti, dell’uguaglianza e della libertà di stampa e quando invece si parla di Israele fanno finta di niente.
Il buio dell’ideologismo - Brutta bestia l’ideologismo. Che errore confondere le coordinate politiche del Novecento con quelle del nuovo secolo. Se questa gente si informasse in maniera corretta e non ideologica, si accorgerebbe che Israele è un’oasi di civiltà in mezzo ad un deserto di barbarie ed odio. Nello Stato Israeliano le donne hanno pari diritti e a discriminarle non ci si pensa nemmeno, anche gli omosessuali possono godere di diversi diritti e Tel Aviv – patria del turismo gay internazionale – ne è l’esempio. Le minoranze religiose vivono in pace con la maggioranza ebrea, vengono rispettate e non vivono nel terrore, l’opinione pubblica critica senza vincoli il Governo. Le brutte notizie non finiscono qua per gli amici dell’estrema sinistra: come riportato dal settimanale del Corriere della Sera, Sette, Israele è l'unico Paese al mondo con più verde di 100 anni fa: "sono cresciuti 230 milioni di piante, foreste e coltivazioni per 160 mila ettari, mille parchi naturali. Fra 220 dighe e bacini, ogni anno si recuperano 260 milioni di metri cubi d'acqua e s'alimenta la metà dei kibbutz e dei campi agricoli". Da quanto detto finora è evidente la civiltà d’Israele, che coniuga principi come la fratellanza, il multiculturalismo, la tolleranza religiosa e il rispetto per l’ambiente.
E’ facile vivere circondati da chi nega la tua storia e vuole distruggerti? - Tutto questo non basta per estrema sinistra ed estrema destra. Per loro Israele commette quotidianamente stermini contro il popolo palestinese. Non voglio entrare nel merito della politica del Governo israeliano che in questo momento storico non mi rappresenta, ma cosa dovrebbero fare gli ebrei? Dire: prego, accomodatevi. Concludete voi quello che il nazifascismo non è riuscito ad ultimare. Proviamo ad usare un po’ d’immaginazione e pensare a come vivremmo noi circondati dai palestinesi che educano i loro bambini ad uccidere gli ebrei e nelle loro tv (il web ne è pieno) incitano alla distruzione d’Israele, oppure circondati dall’Iran che nega l’Olocausto, persegue la distruzione d’Israele e fiancheggia Hamas nella sua battaglia.
L’antisemitismo del nuovo millennio – La storia non vuole prendersi gioco di queste persone, ma sono loro che non riescono ad interpretarla in modo corretto. Così può capitare di commettere errori grossolani e di stare, per usare una frase di una canzone di Francesco De Gregori, “dalla parte sbagliata”. Chi nello scorso secolo ha difeso gli ebrei e li ha salvati dalla carneficina nera, oggi difende gli assassini e si fa controllare dalla propaganda antisionista. I metodi sono diversi e permeati dalle nuove tecnologie, ma la matrice ideologica è sempre la stessa: l'antisemitismo. Per chi conosce la storia d'Europa in maniera approfondita sa bene a cosa mi riferisco, conosce quali menzogne ha dovuto subire il popolo ebraico. Non può non ricordare che gli ebrei sono stati spesso "usati" da chi ha detenuto il potere come la valvola di sfogo da fornire al "popolino". Dalla Chiesa cattolica ad Imperatori, passando per Cancellieri del Reich e non solo, gli ebrei sono stati "l'ancora di salvezza" per questi personaggi. Il popolo ebraico è stato cacciato da una zona all'altra d'Europa per colpe mai dimostrate e soltanto pronunciate. Sono una miriade gli esempi e basta avere un buon manuale di storia per rendersene conto. Oggi si usano finte foto di bambini palestinesi (è stato dimostrato, dal Los Angeles Times e dal Jerusalem Post,  che diverse immagini sono state ritoccate) per aizzare l’odio contro gli ebrei. Oggi si usa un termine così bello come quello dei diritti umani, per aizzare gli animi contro gli ebrei. Di fronte a tutto questo ho solo una domanda da porre: chi è disposto ad aprire gli occhi?

                                                                                                     Valerio Morabito

mercoledì 17 ottobre 2012

Campagna Rise Up: Luoghi di raccolta firme


Sabato 13 Ottobre 2012

dalle ore 18:00 alle ore 20:00 : Campobasso presso Hotel Rinascimento in via Labanca, in occasione del convegno "Buone pratiche di governo degli enti locali", promosso dalla Federazione GD Medio Molise.


Domenica 14 Ottobre

dalle ore 10:00 alle ore 13:00 : Guglionesi (CB), località Castellara - Villa Comunale, su iniziativa della Federazione GD Basso Molise

dalle ore 10:00 alle ore 18:00 : Rocchetta al Volturno (IS) presso il circolo PD in Piazza San Domenico, su iniziativa della Federazione GD di Isernia.



Sabato 20 Ottobre

dalle ore 10:0 alle ore 13:00: Campobasso, Piazza Municipio


Domenica 21 Ottobre

dalle ore 10:00 alle ore 18:00: Ripalimosani (CB), Piazza del Popolo


Domenica 21 Ottobre

dalle ore 10:00 alle ore 13:00 : Rocchetta al Volturno (IS) presso circolo PD in Piazza San Domenico

domenica 14 ottobre 2012

Pericle: elogio di Atene democratica


In un periodo di decadenza culturale, dove questo concetto è relegato nell’angolo del superfluo e dell’economicamente inutile, perché secondo buona parte della classe dirigente attuale con la cultura non si produce ricchezza; in un’epoca in cui la morale e l’etica sono state travolte prima da Berlusconi e dopo dal berlusconismo che purtroppo si è diffuso anche in una parte del centro-sinistra (Penati docet); in un’età caratterizzata dalla degenerazione del potere finanziario che rischia di mettere in discussione il principio di democrazia e delle istituzioni; in un momento in cui un cittadino di un altro Paese del mondo è visto come una minaccia invece di essere considerato come l’Altro che può farci conoscere meglio noi stessi e la realtà circostante, credo non faccia male leggersi o rileggersi questo brano che risale al V sec. a.C. e che ci dice in modo inequivocabile quanto, a parte la tecnologia, noi uomini del XXI sec. siamo indietro rispetto all'Atene celebrata da Pericle:
 "Il nostro sistema politico non compete con istituzioni che sono vigenti altrove. Noi non copiamo i nostri vicini,ma cerchiamo di essere un esempio. Il nostro governo favorisce i molti invece che i pochi: per questo è detto una democrazia. Le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo i meriti dell'eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento... La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo il nostro prossimo se preferisce vivere a suo modo... Ma questa libertà non ci rende anarchici.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati e le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede solo nell'universale sentimento di ciò che è giusto...La nostra città è aperta al mondo; noi non cacciamo mai uno straniero... Noi siamo liberi di vivere proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo... Noi amiamo la bellezza senza indulgere tuttavia a fantasticherie e benché cerchiamo di migliorare il nostro intelletto, non ne risulta tuttavia indebolita la nostra volontà... Riconoscere la propria povertà non è una disgrazia presso di noi; ma riteniamo deplorevole non fare alcuno sforzo per evitarla. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private... Un uomo che non si interessa dello stato non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e, benché soltanto pochi siano in grado di dar vita a una politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla strada dell'azione politica, ma come indispensabile premessa ad agire saggiamente...Noi crediamo che la felicità sia frutto della libertà e la libertà il frutto del valore e non ci tiriamo indietro di fronte ai pericoli di guerra... Insomma, io proclamo che Atene è la Scuola dell'Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la prontezza a fronteggiare le situazioni e la fiducia in se stesso"
(Tucidide, II, 37-41).
Valerio Morabito         

giovedì 11 ottobre 2012

“LA CENTRALITA’ DELLA RICOSTRUZIONE POST SISMA: PRIORITA’ PER IL MOLISE” PROPOSTA DEI GIOVANI DEMOCRATICI


Dal 1° maggio scorso in Molise, con la fine dello stato di criticità ,l’attività di ricostruzione delegata all’Agenzia Regionale di Protezione Civile, istituita con legge regionale n. 12 del 30 aprile 2012,  è stata letteralmente scaricata ai Comuni in quanto considerata attività ordinaria.
In altre parole, i Comuni, già soffocati da incombenze di varia natura, con organici ridotti e, in taluni casi, privi di personale tecnico, dovranno fare ciò che la faraonica e costosa struttura commissariale non è riuscita a fare in un decennio, tenuto conto che la percentuale della ricostruzione, per interventi ultimati riferiti ai soli immobili di classe A, non supera il 35%; percentuale di cui è ipotizzabile il raddoppio qualora vengano portati a compimento gli ulteriori interventi finanziati nei mesi di settembre 2011 e aprile 2012.
Di qui la nostra convinzione che l’istituita Agenzia non serva alla causa e che al contrario debbano essere assicurati ai Comuni gli strumenti necessari, anche favorendo forme di associazionismo e di convenzionamento tra gli stessi, per  la gestione associata all’attività di ricostruzione; o anche assegnando ai Comuni stessi, in base alle proprie oggettive esigenze, il personale tecnico amministrativo delle soppresse Comunità Montane, il tutto in attesa dell’espletamento dei previsti concorsi che potrebbero essere gestiti direttamente dai Comuni.
Occorre superare l’attuale fase di incertezza e di sfiducia ingenerata nei cittadini in modo da offrire risposte chiare e tempestive anche su altri aspetti non secondari e cioè:
Autonoma sistemazione, contributo mensile che dal 1° maggio scorso non è stato più corrisposto ai nuclei familiari, costretti a sgomberare le proprie abitazioni inagibili, nuclei per lo più costituiti da persone anziane e con ridotte possibilità di reddito;
Rimborso spese per la fornitura di energia elettrica per le casette in legno, nonostante la legge regionale n. 19 del 23 Novembre  2010 abbia previsto il rimborso del 50% del costo dell’energia elettrica per i nuclei familiari residenti negli stessi moduli abitativi provvisori. Dal 2011 tale contributo non è stato più erogato.
In questi lunghi 10 anni la questione della ricostruzione è stata lasciata alla discussione e alle decisioni dei pochi, senza che ci fosse stato un necessario continuo confronto con la cittadinanza, pratica democratica che avrebbe consentito di evitare ritardi, errori e improvvisazioni.
In tutto questo è mancato anche l’impegno dei giovani, come se si trattasse di un argomento a noi estraneo e per questo da delegare ad altri.
Un grave errore di valutazione a cui bisogna necessariamente porre rimedio perché il nostro futuro è strettamente legato alla ricostruzione, che deve essere compiuta nell’arco temporale di un biennio, con l’impiego di risorse finanziarie certe, per restituire credibilità alle istituzioni.
Le difficoltà che si vivono quotidianamente nella nostra Regione, dovute alla mancanza di programmazione, di opportunità di lavoro, in particolare per i giovani, e la imperante logica del clientelismo, nemico del merito e delle competenze, sta seriamente compromettendo l’autonomia regionale.
In questo diffuso e percepibile pessimismo cresce la volontà di voltare pagina, di ricostruire il Molise per ridare futuro ai molisani, che hanno necessità di ritrovare entusiasmo.
Un impegno straordinario che il Partito Democratico, insieme alle tante forze sane della nostra Regione, deve assumere con i cittadini, per essere credibile e per diventare a breve, ci auguriamo, forza di governo di questa Regione.

DAVIDE VITIELLO
Segretario Regionale GD Molise

martedì 9 ottobre 2012

COMUNICATO STAMPA CONVEGNO “LA CENTRALITA’ DELLA RICOSTRUZIONE POST SISMA: PRIORITA’ PER IL MOLISE”


Si terrà giovedì 11 ottobre a Larino, dalle ore 17:45 nella sala consiliare di via Cluenzio, l’iniziativa organizzata congiuntamente dai Giovani Democratici e dal Partito Democratico del Molise, sul tema “la centralità della ricostruzione post – sisma: priorità per il Molise”.
La necessità, dopo 10 anni dal terremoto, è porre finalmente termine alla ricostruzione in Molise e restituire dignità alle tante famiglie che ancora attendono di poter fare rientro nelle proprie abitazioni. Ciò è possibile solo attraverso un modello di organizzazione e gestione degli interventi di ricostruzione che tenga conto del fondamentale ruolo dei Comuni.

Nell’occasione sarà perciò presentata  la proposta dei Giovani Democratici finalizzata a favorire il completamento, in tempi e modalità certi, del percorso di ricostruzione post – sisma nel Molise.

Allo scopo di ampliare la riflessione, sulla base delle esperienze in corso in Emilia Romagna e Abruzzo, interverranno Stefano BONACCINI, Consigliere Regionale e Segretario del Partito Democratico in Emilia e Stefania PEZZOPANE, Assessore al Comune dell’Aquila.

Parteciperanno inoltre sindaci, amministratori, tecnici, rappresentanti delle forze sociali e produttive della Regione Molise.

Segreteria GD Molise


lunedì 8 ottobre 2012

Sinistra americana ed europea. Non siamo poi così distanti.


“Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del Paese sulla base del prodotto interno lordo.
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle.
Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini.
Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago.
Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei nostri valori familiari o l’intelligenza del nostro dibattere.
Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro Paese.
Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”.
Un socialismo che costruisce ponti e non alza muri - Leggendo questa riflessione di Robert Kennedy, “Il Pil non misura tutto”, mi è venuto in mente che le differenze tra la sinistra europea e la sinistra americana non sono poi così marcate. Certo quando il fratello dell’ex Presidente degli Stati Uniti d’America ha messo su carta una considerazione del genere, in un momento storico caratterizzato dalla guerra fredda e dalla contrapposizione ideologica tra capitalismo e comunismo, non si sarebbe mai potuto affermare che il pensiero dei progressisti del Vecchio continente e del Nuovo mondo è diviso soltanto dall’Oceano Atlantico. Sarebbe stata un’eresia degna di un’epurazione staliniana. Per fortuna oggi la storia ha voltato pagina. Il muro di Berlino, simbolo della divisione del mondo in due blocchi, è stato abbattuto e finalmente ci si è resi conto che l’obiettivo del socialismo è creare ponti tra i popoli e non muri che impediscono il dialogo ed il confronto. Lo scenario planetario è cambiato e quindi non c’è nessuna difficoltà nell’affermare che la politica di Bill Clinton, di Barack Obama o dei democratici americani in genere non è poi così differente da quella dei progressisti e socialisti europei.
Clinton e Gramsci - Non è un segreto che l’ex Presidente degli Usa ha studiato in Inghilterra ed è un buon conoscitore di Antonio Gramsci e secondo alcuni studiosi come Ernest Laclau e Chantal Mouffe, è proprio Bill Clinton, partendo dal concetto di egemonia in Gramsci, che ha rappresentato durante il suo mandato quel punto di contatto “tra la radicalità della politica rivoluzionaria ed il rispetto delle differenze nella società capitalista avanzata” (cit. pag. 214 del libro Hegemony and socialist strategy: toward radicaldemocratic politics). Il Presidente Clinton, il new labour Party di Tony Blair e anche i Democratici di Sinistra in Italia si sono allontanati sempre più dal materialismo storico, che è alla base del pensiero di Gramsci, e sono approdati ad una visione democratica riformista.
Roosvelt, Obama e il socialismo - Al di là del legame di Clinton con il pensiero politico marxista italiano (ovviamente rivisto e riadattato al contesto storico), possiamo tornare indietro nel tempo, ad esempio negli anni ’30 del Novecento, e tenere in considerazione il Presidente Roosvelt quando applicò le politiche del “New Deal” per contrastare la Grande Depressione e si circondò di collaboratori che non nascondevano le loro simpatie per il socialismo. Ultimo, ma non per importanza, è Barack Obama che si è formato con letture di autori anti-imperialisti che popolavano le biblioteche delle sinistre europee. Inoltre il suo ingresso in politica a Chicago è andato di pari passo con i movimenti afroamericani, che hanno sempre fatto del marxismo un faro ideologico.      
Facciamo parte della stessa storia - Da questo breve excursus si può notare che le differenze non sono poi così marcate e anche se molti storcono il naso quando si parla di una politica di sinistra sia in Europa che negli Stati Uniti d’America, credo che noi e loro facciamo parte di una stessa storia. Forse siamo giunti allo stesso punto da strade diverse, ma il futuro ci farà combattere le stesse battaglie. Progressisti europei ed americani hanno il compito di dare una risposta credibile per uscire da questa lunga crisi economica e dare un futuro migliore alle nuove generazioni. Un sfida complicata che non può lasciare spazio ad inutili divisioni ideologiche.        

Valerio Morabito