Il
Big bang dell’Idv - Scilipoti, De Gregorio, Razzi, Maruccio e
adesso anche Di Pietro. L’ultimo scandalo che ha coinvolto il padre-padrone
dell’Italia dei Valori è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Secondo le
indiscrezioni riportate dal programma tv Report, il partito del politico
molisano ha mostrato una gestione opaca dei conti del movimento. Niente di
nuovo sotto il sole, ma questa vicenda ha messo in evidenza uno dei vecchi
difetti degli italiani: il familismo. Eh già, proprio la gestione familiare del
partito sembra aver azzoppato definitivamente Antonio Di Pietro. L’acerrimo
nemico di Berlusconi, che ha spesso rimproverato l’ex Presidente del Consiglio
per la gestione privata del partito, adesso si trova con gli stessi problemi.
Per i più attenti osservatori non c’è alcuna sorpresa. Il movimento che ha
partorito la meglio gioventù del trasformismo delle ultime legislature, non
poteva avere epilogo diverso. Il perché, anche se un po’ superficiale, lo si
può notare nel logo dell’Idv in cui campeggia a caratteri cubitali “Di Pietro”.
Nei Paesi moderni il cognome del leader compare solo durante la campagna
elettorale ed invece in diversi movimenti italiani è il simbolo stesso del
partito. Movimenti personali che hanno subito, volontariamente o
involontariamente, l’influenza del berlusconismo. Quel culto della personalità
incarnato dal coro “Meno male che Silvio c’è”, non è poi molto diverso dal
fanatismo dei seguaci di queste organizzazioni politiche. Guai a criticare il
loro “capo”, potreste essere additati come reazionari.
Da
Vendola a Grillo. Il cognome nel logo del partito è trasversale - Ad
onor del vero bisogna ricordare che Di Pietro non è l’unico ad incarnare questa
pessima abitudine. Come non menzionare Nichi Vendola, che è senza dubbio un
politico capace e persona per bene, ma anche lui ha un partito personale con
tanto di nome nel logo. Un altro fulgido esempio è Beppe Grillo che con il suo
Movimento 5 Stelle ha oltrepassato i limiti della democrazia. Dai rimproveri ai
grillini se non fanno quello che dice il grande capo, agli avvertimenti stile Minculpop alle varie testate
giornalistiche su come considerare il M5S. Più che un Movimento dei cittadini,
a me sembra che Grillo abbia fondato una sorta di Scientology italiana dove chi mette in discussione i dogmi di
Casaleggio & associati viene messo alla porta.
PD
vero baluardo di democrazia - Con tutti i difetti che il Partito
Democratico può avere, non può essere criticato sotto questo punto di vista. Il
PD ha un’organizzazione partitica al suo interno che rispetta i pilastri di
qualsiasi democrazia. Può risultare noioso e magari può essere oggetto di
derisioni, ma è così che un partito deve essere. L’importante è saper
governare. Il partito è lo specchio della nostra società e se ci si appresta a
governare una democrazia come quella italiana, non si può non avere al proprio
interno una struttura democratica ben precisa. La favoletta dell’uomo solo al
comando è storia vecchia. Chi usa come propaganda l’antiberlusconismo e poi
utilizza per i propri fini alcuni aspetti del berlusconismo (come il nome nel
logo del partito e il culto del leader) per accrescere i consensi, non è
affidabile. Ho una domanda da porre a queste persone: come può un partito
politico sprovvisto di un’organizzazione democratica al suo interno, candidarsi
a governare una grande democrazia come l’Italia?
di Valerio Morabito
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