Violenza
razzista nella piazza di Giordano Bruno - Era il 17 febbraio
del 1600 quando il filosofo Giordano Bruno fu denudato, legato ad un palo ed
arso vivo dall'Inquisizione presso Campo de’ fiori a Roma. Uno dei pensatori
che è stato disposto a morire pur di non confutare le sue tesi è oggi il
protagonista principale della piazza. Un luogo colorato e sempre vivo in cui l’esempio
dell’antifanatismo è il personaggio di maggiore attrazione. Proprio in questo
luogo una cinquantina di tifosi, faccio fatica a chiamarli così, ha fatto
irruzione in un pub perché c’erano dei supporter del Tottenham. Una delle tante
squadre calcistiche di Londra che si contraddistingue dalle altre, perché la
maggior parte dei suoi tifosi sono ebrei. Gli ultras laziali e romanisti divisi
dai colori delle formazioni di riferimento, ma uniti dall'odio anti ebraico hanno messo a ferro e fuoco il locale ed hanno pestato gli inglesi che in modo
pacifico stavano gustando l’aria di una delle città più belle del mondo.
L’arroganza
e la responsabilità del Prefetto di Roma - Alla luce di quanto
accaduto, il Presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici ha rilasciato
la seguente dichiarazione: “Se è
possibile aggredire cinquanta tifosi del Tottenham vuol dire che Roma non è
meno pericolosa di Tel Aviv”. Parole dure e purtroppo vere a cui fanno eco
le dichiarazioni del Times: “Roma è la città più pericolosa d’Europa”.
Di tutt'altro sapore, invece, sono state le dichiarazioni del Prefetto di Roma
Pecoraro che con una buona dose di arroganza (quei tifosi andavano protetti ed
è stato irresponsabile non averci pensato, soprattutto alla luce delle vicende
degli ultimi giorni) ha detto: “Quello
che fanno le forze dell’ordine per gli ebrei romani non si fa in nessun altro
Paese”. Quasi sua Eccellenza volesse qualcosa in cambio per proteggere la
comunità ebraica della Capitale. Come se questa protezione fosse un di più, un
altro atto di generosità verso gli ebrei. Dietro parole così sconvenienti per
un Prefetto, si nasconde la sua inadeguatezza sul gestire l’ordine pubblico a
Roma. Qualcuno dovrà risponderne se le forze dell’ordine, chiamate dai passanti
in preda al panico, sono giunte sul luogo in ritardo ed in numero esiguo?
Dove
sono le prese di posizione? - La vicenda, purtroppo, non si
esaurisce qui. Uno dei ragazzi travolti dalla bestialità e volgarità di questi
picchiatori nazifascisti si trova ricoverato in ospedale ed è stato in pericolo
di vita per due giorni. Il Presidente della FGIC Giancarlo Abete si è scusato
nei confronti di un atto apertamente antisemita, la UEFA ha deciso di aprire un’inchiesta
sulla vicenda, ma tutto questo non basta. Perché il Sindaco Alemanno, il
Presidente della Lazio Claudio Lotito ed il dirigente della Roma Franco Baldini
non si sono degnati di far visita al giovane inglese ferito gravemente? Non
sarebbe stato un gesto di solidarietà e di netto distacco nei confronti delle squadracce? Inoltre non è forse giunto il momento di punire
severamente queste due società di calcio, Roma e Lazio, di fronte ad un
ennesimo episodio di violenza razzista? Perché non cacciare la Lazio dalle
Coppe Europee?
L’Italia
scivola verso l’antisemitismo - La verità è che
servono sia gesti simbolici, ma anche prese di posizione forti e decise contro
questi avvenimenti. L’Italia, è sotto gli occhi di tutti, sta diventando uno dei
Paesi più antisemiti d’Occidente. La crisi economica ed il disorientamento
sociale contribuiscono a tutto questo, ma è innegabile (ancora una volta) che
un sottoproletariato di destra come di sinistra veda nell'ebreo il nemico da
abbattere. In nome di un nuovo fascismo, ancora difficile da identificare, guardano all'ebreo come una guida di un fantomatico complotto giudaico-massonico. Vico li chiamerebbe
“corsi e ricorsi storici”. Una storia
che si rigenera dalle sue ceneri, grazie alla linfa dell’ignoranza e della
cattiva informazione. Basta spulciare alcuni link nella Rete, dove l’odio
contro Israele cresce, non ci si informa correttamente su Hamas, si pubblicano alcune foto false di bambini trucidati dall'orco ebreo, si fa il tifo per l’Iran e si
considerano gli USA di Obama come un nemico. Non sorprendiamoci, ma
spaventiamoci se nella curva nazifascista della Lazio compare lo striscione “Free
Palestina”, che poi è lo stesso manifesto che molta gente di sinistra mostra durante le
proprie manifestazioni.
di Valerio Morabito
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