giovedì 20 settembre 2012

Contro lo sfruttamento dei giornalisti precari. Le proposte dei Giovani Democratici del Molise


Il rispetto del  principio costituzionalmente garantito della libertà e del pluralismo dell’informazione passa attraverso la salvaguardia della dignità e dell’indipendenza dei giornalisti.  In Italia, e in modo ancor più accentuato in Molise, la stragrande maggioranza dei giornalisti operanti nel quotidiani e periodici a stampa e on line e nelle imprese editoriali di radio e tv, sono soggetti da tempo ad una vergognosa condizione di sfruttamento che incide in modo preoccupante sulla qualità del prodotto finale.
Un esempio emblematico di come nel nostro Paese il concetto di flessibilità sia sinonimo perfetto di precarietà e precarizzazione del lavoro, è dato da quanto purtroppo accade nelle imprese dell’editoria, dove operano giovani e meno giovani che hanno votato la loro vita al giornalismo e che sopravvivono con 4 – 5 euro lordi al pezzo, una miseria che non dovrebbe essere neppure contemplata quando si parla di informazione a servizio del cittadino. Di questa precarietà, che sfocia in frustrazione e che rappresenta al contrario un grosso beneficio per pseudo editori protetti troppo spesso dal silenzio complice della politica,la stragrande maggioranza dei cittadini purtroppo non ha alcuna percezione.
Come ha ben affermato Marco Patruno, direttore responsabile di Generazione P. Giornalisti e Precari, essere giornalisti precari in Italia vuol dire “ non avere una sicurezza economica, non avere un periodo di riposo retribuito, non avere una pensione dopo una vita intera al servizio della professione. La paura di un giornalista precario è quella di ammalarsi perché la malattia non sempre viene riconosciuta”. In definitiva, il giornalista precario è “un soggetto debole e per questo potenzialmente e più facilmente ricattabile, dal datore di lavoro, dal politico di turno o da gente poco raccomandabile”.
Per questo è fondamentale partire dalla necessaria attenzione e sensibilità rispetto ad un problema grave per un paese che si definisce democratico. Se la stampa viene meno al suo dovere di formare le coscienze dei cittadini vuol dire che manca alla radice un principio cardine del sistema democratico: la libertà del giornalista.  Se il giornalista è costretto a lavorare in nero con una retribuzione da fame, ridotto ad una condizione di schiavitù paragonabile a quella di un povero extracomunitario assunto nei campi,  come è minimamente pensabile che egli compia correttamente il suo dovere ?
In via prioritaria, la politica, il sindacato e l’ordine dei giornalisti hanno l’obbligo di far venire a galla la preoccupante anomalia rappresentata dall’impiego di lavoro sommerso all’interno delle imprese editoriali. Non può essere permesso a finti editori senza scrupoli di lucrare sulla dignità, sulle speranze e sui sogni dei giornalisti. Chi sfrutta il lavoro degli altri deve essere sanzionato e non messo più nella condizione di nuocere alla società.
Per quanto riguarda il caso Molise, bene ha fatto l’ASM, Associazione Stampa Molise a ricordare, in un comunicato pubblicato lo scorso 10 settembre, che nella nostra regione vige il “più alto tasso di lavoro nero nel settore dell’editoria: più del 70% degli addetti non ha un contratto di lavoro”. Tutto ciò pone un serio interrogativo sul corretto utilizzo dei finanziamenti pubblici, garantiti sulla base della legge regionale del 10 Novembre 2009, n. 28  avente ad oggetto: “misure urgenti a sostegno degli editori molisani operanti nel settore della carta stampata”. Una legge che l’ASM definisce correttamente “legge vergogna, grazie alla quale è stato distribuito in tre anni circa 1 milione di euro a pochissimi quotidiani e periodici, individuati in base a parametri che privilegiano pochi e danneggiano tanti”. Una massa di denaro pubblico che, secondo l’ASM, “non solo non giova all’occupazione, ma distorce la concorrenza, inficia la deontologia professionale e danneggia il messaggio informativo”.
I Giovani Democratici del Molise, consapevoli dell’estrema importanza che il sistema dell’informazione assume per il conseguimento dello sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese, avanzano le seguenti proposte quale contributo alle iniziative di sensibilizzazione annunciate per l’autunno dall’ASM e al contempo, alle forze politiche e sociali affinché fin da subito si entri nel merito del problema con azioni concrete, finalizzate ad assicurare la tutela e salvaguardia della dignità dei professionisti dell’informazione.
·         I Giovani Democratici chiedono al consiglio e alla giunta regionale del Molise di sollecitare quanto prima l’approvazione del disegno di legge sull’equo compenso ai giornalisti, ddl già approvato alla Camera e tuttora fermo in Senato, affinché sia data una risposta positiva alla necessaria richiesta di equità e di dignità dei giornalisti precari.
·         Chiedono inoltre che venga approvata la proposta di legge regionale avente ad oggetto “misure della Regione per il sostegno del pluralismo dell’informazione”, che vincola la concessione di incentivi economici da parte della Regione “alle imprese editoriali, con sede legale e operativa in Molise e iscritte al ROC, in regola con gli obblighi di legge in materia di trattamento contrattuale e assicurativo del personale dipendente e di sicurezza nei posti di lavoro”.
La condizione indispensabile per l’accesso ai contributi è “l’applicazione al personale giornalistico delle norme dei  contratti nazionali di lavoro giornalistico della Federazione Nazionale della Stampa  e per tutti gli altri dipendenti del regolare contratto di categoria.  Sono esclusi co.co.co, co.co.pro ed ogni altra forma di prestazione di lavoro a chiamata o autonomo”.  Una proposta di legge quest’ultima che rappresenta un primo, necessario , fondamentale passo di civiltà nella giungla dell’editoria molisana, accentuata in seguito all’approvazione della legge regionale del 2009.
Davide Vitiello , Segretario Giovani Democratici del Molise
Caterina Cerroni, Responsabile dipartimento cultura e informazione GD Molise  

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